venerdì 24 gennaio 2014

Soppiantata da un barbone

Credevo che la mia vita di stenti non potesse peggiorare. Mi sbagliavo.
Tutto è cominciato l'altro giorno, quando nonno stava costruendo la casina di legno dove l'indegna voleva mandarmi a vivere al freddo e al gelo. Il povero nonno, sotto ricatto, eseguiva perché è comprensibilmente terrorizzato dall'informe aguzzina. Lui non mi avrebbe mai sfrattato e tra lamenti e grida metteva insieme le tavole della mia prossima prigione affogando tra le lacrime della tristezza. L'aguzzina, con la frusta in mano e il solito ghigno malefico stampato sulla bocca, lo sorvegliava costantemente (pare non potesse nemmeno fermarsi per bere), mentre il capellone era in giro per campi a cercare la cicoria che sarebbe stata il mio misero pasto. A un certo punto, un barbone gli si avvicina a chiedere l'elemosina. Per fortuna il capellone non gli ha ceduto la mia cicoria. Anzi, si è spaventato e si è chiuso in macchina. Poi dal finestrino ha visto che non era armato, allora gli ha dato 15 euro (per fortuna non ha incontarto mia madre. Lei gli avrebbe dato 15 centesimi. Ah ah). Comunque, il barbone puzzolente attacca bottone col capellone che forse si è fatto prendere da un moto di tenerezza perché l'ha visto simile a lui: spettinato e sciancato. Fatto sta che lo porta dall'indegna, la quale anche lei si fa prendere da un moto di tenerezza per tratti a lei similari (età avanzata e estrema puzza).
Per farla breve, il barbone si accasa, fa due moine e prende possesso della mia casina che, da prigione per me, è diventata villa per lui. Non so che poteri ha, ma l'indegna gli ha comprato subito un materasso memory foam, un computer di ultima generazione, l'iPhone, l'antenna wifi che gli ha attaccato sulla casina lei stessa, 87 kg di crocchette sempre a disposizione, un collare swaroski, una chitarra elettrica e una penna stilografica.
Come potete vedere dall'immagine sotto che un fedele compare ha scattato per me, non sto inventando nulla.
Essendo nero e brutto, la scelta del nome che ho affibbiato al maledetto randagio era ovvia. Nero, brutto e ciccione. Ecco a voi Pupone.


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