venerdì 20 dicembre 2013

Regali natalizi

Prima di scrivere la mia letterina a Babbo Natale, che è in eterno debito con me per un favore che gli ho fatto quando vivevo in Lapponia, in un accesso di altruismo ho pensato di fare dei regalini alle persone a me care. Non sapete quanto è difficile e alla fine, pensa che ti ripensa, giungo alla conclusione che non ci sono persone a me care. Ah ah. L'unico che gode della mia stima, essendo diversamente bello e diversamente intelligente, è mio fratello Pupetto (quello nero e brutto, così brutto che quando eravamo piccoli pensavo fosse l'uomo nero). Pupetto avrà un regalo da me. Una tinta fulva per il pelo forse. O una  maschera. O un trattamento estetico. No, non basta, forse un intervento di chirurgia plastica. O una tuta da sub. O un burka. O un viaggio sola andata in Africa per fargli incontrare esseri umani dello stesso colore. Vabbe', un osso andrà bene.
Poi c'è l'indegna, che come ben sapete odio profondamente (anche ieri ha riprovato a farmi fuori affogandomi nella vasca della toelettatura, ma per fortuna avevo nascosto il tappo). Però per il momento dipendo da lei. La prigionia a cui mi costringe non mi consente di spiccare il volo della libertà e rendermi indipendente in questo mondo infame. Eppure avevo tanti progetti.... Traffici illeciti di armi, spaccio di stupefacenti, riciclaggio di denaro sporco, sfruttamento della schiavitù... Insomma, ho una mente imprenditoriale richiusa tra le quattro mura di una matriarcale prigionia senza via d'uscita. Ad ogni modo, visto che dipendo forzatamente da lei, a volte fingo di essere felice quando torna e ora ho deciso di farle un regalo di Natale. Visto che siamo in tempo di crisi, non le regalerò oggetti inutili figli del consumismo capitalista che rende schiavi voi stupidi "civilizzati". Le regalerò qualcosa di cui ha isogno. Estremamente bisogno.
Buon Natale madre.


lunedì 16 dicembre 2013

La posta di Buzzi


Cara Buzzi,
ho un pastore tedesco di due anni. Quando era più giovane lo portavo sempre al parco a giocare con gli altri cani, ora da qualche giorno è diventato aggressivo e non lo posso più portare al parco perché aggredisce tutti i cani maschi e a volte anche le femmine. Come devo fare per farlo essere meno aggressivo?
Ilaria F. (Roma)

Cara Ilaria,
al tuo cane di giocare con gli altri cani non gliene frega una cippa. Anzi, odia gli altri cani. L'aggressività è una dote caratteriale genetica, questo vuol dire che un cane NASCE aggressivo, non ci diventa. Al tuo cane non piace andare al parco, non gli piacciono i cani, non gli piace giocare coi cani. Fattene una ragione e trova qualche attività divertente da fare con lui invece di portarlo a fare una cosa che non ama e che gli provoca, ogni volta da due anni a questa parte, un'enorme stress. Sicuramente puoi ottenere, con un buon preparatore, che il tuo cane rimanga sottocontrollo in presenza di altri cani, ma scordati che possa "essere meno aggressivo", che possa amare i cani e che tu possa portarlo al parco. 
Buzzi

domenica 15 dicembre 2013

La posta di Buzzi

Cara Buzzi, ho appena preso un cucciolo meticcio dal canile di 2 mesi. Mi hanno consigliato di portarlo al parco a giocare con gli altri cani perché la socializzazione è importante. Cosa ne pensi?
Marco D. (Avellino)

Caro Marco,
La cosa più importante per i cuccioli non è la socializzazione, bensì che tu non gli rompa i coglioni. Lascialo dormire in un posto tranquillo molte ore al giorno senza andare lì a fare piripìbelcucciolinognegnegne. Non sgridarlo se ti piscia in casa, taci e pulisci. Crescerà e imparerà come tutti i cani del mondo prima di lui e come tutti i vostri cuccioli che prima o dopo imparano a non farla in quei pannolini puzzolenti che si portano dietro per due anni senza che nessuno gli ci metta il muso dentro. Non gli dire NO che non sa manco che vuol dire e lascialo vivere un'infanzia spensierata che per imparare le cose c'è tempo. Inoltre, se non gli rompi i coglioni, vedrai che non dovrai insegnargli manco il richiamo perché sarà felice di venire da te senza che tu debba fare niente.
Buzzi

giovedì 5 dicembre 2013

Pupetto, quello nero e brutto

Stavo allegramente tentando il colpaccio allo stipetto quando mi accorgo che l'infame ha messo il lucchetto. Dovete sapere che nello stipetto ci sono generi di prima necessità: ossi, bastoncini, biscotti, panini, crocchette, porchette, ghigliottina. Il sabotaggio perpetuo nei miei confronti mi ha innervosito a tal punto che ho chiamato mio fratello Pupetto (quello nero e brutto, talmente brutto, che la webcam del suo pc gli ha detto "errore irreversibile").
- Pupe', sono nera!!!
- A me lo dici? Hai fatto la tinta?
- Deficiente è una metafora.
A questo punto devo parlarvi di Pupetto. Quando eravamo piccoli eravamo più o meno tutti uguali, io la più graziosa e lui il più cesso, ma più o meno simili. Fatto sta che ad un certo punto è diventato nero. Le ipotesi più accreditate sono queste:
A) Mia madre biologica, dopo aver conosciuto quel gran fico di mio padre, in un momento di debolezza si è concessa biblicamente ad un pastore tedesco grigio.
B) Si è ritrovato nella stessa stanza con mia madre adottiva in uno dei suoi consueti accessi di scoregge.
C) Quando la zia gli ha detto: "Bubi, tu farai IPO!", lui ha risposto: "Piuttosto in miniera!", e così ha fatto.
D) L'infame toelettatrice gli ha fatto una tinta permanente.
E) Non si è mai lavato.
F) È un dobermann.
G) Il suo coinquilino gay l'ha sabotato per rimanere il più fico della casa.
H) Si è bruciato quando gli ho detto che se rimaneva sotto il sole 5 ore a ferragosto sarebbe diventato uguale al coinquilino gay.
I) Si è bruciato quando gli ho detto: "Proviamo a vedere che succede se ti punto una fiamma ossidrica addosso."
L) È semplicemente un cesso.
Solo l'autopsia potrà darci una risposta. 

mercoledì 4 dicembre 2013

R.I.P.

Molti di voi infami malfidati penseranno di certo che gli aneddoti che racconto sull'indegna madre siano frutto, almeno in parte, della mia fantasia. Per questo ho deciso di condividere con voi le prove di quello che sto per raccontarvi....
Stavo pacificamente sostituendo la nutella dell'indegna con un composto a base di fango ed escrementi di gatto e di tartaruga frullati che ho preparato io stessa, quando la vecchia gracchia "Vado in bagno". Ho finto di continuare ad occuparmi della cucina per non doverla accompagnare e sorbirmi i letali effluvi. Giravo pacificamente il composto che stava bollendo perché non si attaccasse alla pentola e mantenesse una consistenza nutellosa per nascondere la verità merdosa di cui sarei stata ben presto fiera. Già immaginavo l'indegna depressa spalmarsi il divino composto su una fetta di pane. Ad un certo punto, un boato. Ho pensato "Il governo sta forse bombardando la nostra casa gli F35 che ha comprato contro il volere del popolo italiano?". Poi mi sono ricordata che la madre sedeva regalmente sul trono del regal cesso, mi sono data una spiegazione e sono tornata alle mie faccende.
Stavolta però, nonostante l'episodio a casa mia rientri ormai nella normalità, la compianta ceramica ha ceduto, dopo anni di onorato servizio, indegno del più basso dei paria. Addio WC, hai tutta la mia comprensione. R.I.P.

lunedì 2 dicembre 2013

Il progetto rubato

Ieri ero al mio campo di addestramento, dove mia madre lavora come mia dipendente, a trinciare pacificamente la rete con le tenaglie quando sento un frastuono. BRRRRRRUMMM BRRRUMMBRRRRRRRUMMMM BRRRRRRRUMMMM. Sembrava di essere in un autodromo. Forse Hakkinen caduto in rovina era venuto a correre intorno al mio campo o forse Valentino Rossi, dopo avermi visto fare agility, voleva chiedermi il segreto della velocità. Forse un aereo difettoso, visto che siamo vicino all'aeroporto. Oppure qualche palazzina nei dintorni veniva abbattuta con la dinamite. Il frastuono continuava e a dire il vero mi sono finanche spaventata. Non è che il caro amico Nichi, oltre a chiudere un occhio sull'Ilva, ne ha chiusi due sul reattore nucleare che N'zinu voleva aprire dietro l'aeroporto? Tra l'altro il progetto era mio, ma non ho trovato un terreno adatto al Casale e Nichi mi ha detto che farlo nel giardino di casa mia era troppo sospetto: e come la metto con la stampa, come giustifico che nessuna norma di sicurezza viene rispettata, poi arrivano i grillini a cagare il cazzo e lo mettono in rete e via dicendo. Allora ho messo il progetto nel cassetto per il prossimo presidente della regione, ma una sera quell'infame (non mia madre stavolta, ma N'zinu il traditore) mi ubriaca di porchetta e mi frega il progetto e vuole farlo dietro l'aeroporto e Nichi dice: vabbe' già dietro l'aeroporto si può fare. Insomma, penso che quel frastuono sia il reattore di N'zinu che esplodeva e a dirla tutta penso che gli sta bene a quel traditore e che gli si modificasse geneticamente l'orto e la nonna così impara a fregarmi il progetto che ora non so più dove costruirmi la bomba atomica.
Poso le tenaglie e cerco di capire da dove viene il frastuono e, dopo un attimo di smarrimento, capisco. Era mia madre nel bagno chimico. E vi giuro che prima di ieri sera si chiamava solo bagno.

domenica 24 novembre 2013

Tanto gentile e tanto onesta pare....

Stavo pacificamente passando nel tritacarte le banconote da 100 euro che l'indegna tiene nascoste nella libreria, quando la balorda viene lì e mi dice: " Buzzi, oggi passeremo del tempo insieme, faremo sport e tante attività, piccola mia!" Con le lacrime agli occhi, commossa dall'amorevole (quanto insolito, a dire il vero) trasporto materno nei miei confronti, le corro incontro abbracciandola dalla gioia! Finalmente anche io provavo la sensazione di essere amata, non ero più un cane condannato alla solitudine dei reiterati tentati omicidi da parte di una madre snaturata e malvagia! Anche io ora potevo dare e ricevere amore, come merita qualsiasi cane grazioso e gentile come me! Che gioia amici, che gioia! Preparo il mio zainetto e balzo nell'ex station wagon, correndo incontro alla mia nuova vita e alle mie nuove avventure!
Arriviamo al campo e la cara madre mi insegna gli attrezzi di agility, mi dà tanto cibo, giochiamo insieme correndo e ridendo spensierate. Quanto la amo, amici miei, quanto lei ama me! Tanto gentile e tanto onesta pare la madre mia! Hop hop tubo sali scendi gira! Guarda come sono brava, madre mia, lo faccio solo per te! Anche un po' per il würstel ma soprattutto per te, mia adorata! Recuperiamo il tempo perduto, dimentichiamo l'odio che provavo per te e i tuoi tentati omicidi! Dimentichiamo tutto e ricominciamo!
Con questi pensieri ho condiviso il pomeriggio con l'adorata, che  a casa mi prepara una cena coi fiocchi e mette un cuscino nella mia cesta al posto dei chiodi e dei vetri rotti. Mi addormento felice come non mai, piena di gratitudine e fiducia in un futuro migliore. Il giorno dopo il sogno continua. La squisita madre mi porta con lei per passare del tempo con me, facendo delle attività insieme. "Oggi si fa la ruota Buzzi!" Felice obbedisco e imparo l'esercizio in un batter d'occhio. Ad un certo punto, mi crolla il mondo addosso. "Ruota!", ghigna l'indegna, io eseguo e prendo con la scatola cranica il montante di metallo della ruota. Svengo sul colpo. A dire il vero mi sento morire dal dolore, vedo tutto nero e mi passa la vita davanti. Perdo i sensi e quando mi riprendo l'infida parlava al telefono e diceva con tono iroso: "È quasi morta, maledizione! Quasi!" Non capivo come fosse potuto accadere, eppur mi amava. Dolorante e infelice cerco su google "come si fa la ruota di agility" e trovo: "La ruota di agility si esegue saltando attraverso il cerchio, che può essere di gomma o di plastica, staccando a circa un metro e mezzo, guardando avanti e atterrando al di là dell'attrezzo. Si sconsiglia l'uso della ruota ai cani particolarmente grassi che potrebbero rimanervi incastrati etc etc....."
Guardando avanti?? Impossibile. Chiamo Pupetto (mio fratello quello nero e brutto come un ratto), che nella sua vita ha visto tutti gli sport perché abita con quasi mille cani che hanno fatto tutti gli sport del mondo. "Pupe' ma tu hai mai visto qualcuno fare la ruota di agility? Ma bisogna saltare guardando avanti o di lato?"
"Ma che se' tonta! Si guardi di lato 'nfroci col montante. Devi guarda' avanti!"
Oh mio Dio. Oh mio Dio. Ora capisco tutto. L'indegna mi aveva insegnato a saltare guardando lei invece che davanti a me. Voleva uccidermi! Che farsa! Che crudeltà! Giocare così con i miei sentimenti! Mi si spezza il cuore perché le avevo creduto, avevo investito molto in questo giorno e mezzo di rapporto, credevo che avremmo avuto un futuro insieme, oh come mi ero illusa! Me tapina!
Maledetta creatura di Satana! Prendo la penna infuocata che tengo per le emergenze e mi tatuo una V sul polso, perché mi ricordi quotidianamente la mia nuova ragione di vita: Vendetta. Me la pagherai, essere immondo! Me la pagherai!

martedì 19 novembre 2013

La carne è carne

Premessa: la 17esima legge di Murphy dice che un indegno si circonda necessariamente di infami.
Stavo spiegando pacificamente a Django, un pechinese gigante alto come un cassonetto, degli stratagemmi efficaci per far fuori sua madre quando l'indegna viene a prendermi e comincia a fracassare i maroni: "Piede! Terra! Resta! Volteggia! Capriola!" Guarda che mi tocca fare per 200 grammi di crocchette puzzolenti al giorno. Ma finirà questo matriarcale regno del terrore, oh sì che finirà, indegna di una madre! Tra l'altro non posso ribellarmi alle pagliacciate materne perché altrimenti, come ha fatto recentemente, mi apre la pancia e, invece di lasciarmi riposare in pace nella gloria divina che mi libererebbe dal male, mi ricuce e mi lascia i punti per otto settimane, finché non fanno infezione. A quel punto comincia la sceneggiata della madre amorevole: "Povera Buzzini, disinfettiamo la pancina, mettiamo la cremina, facciamo il massaggino", ma ti venisse un ictussino, disgraziata, che ami vedermi soffrire e mi uccidi lentamente con le tue pericolose pozioni.
Dicevo, le indegne si circondano di infami. La madre di Django, una delle suddette infami, si presenta con un vassoio di bignè. Sono una cagnolina virtuosa, ma la carne è carne e non ho potuto fare a meno di tentare il colpaccio. L'indegna e l'infame, per prendersi gioco di me, cominciano a dire: "Chissà se dici bignè se capisce aupied (una delle pagliacciate materne che sono costretta a fare per guadagnarmi il pane, ndr)" ed io, che ero lì e ho sentito tutto (dementi), alla parola bignè ho eseguito prontamente aupied nella vana speranza che, degli otto chili di quel dolce giubilo di sapori, mi dessero un piccolo pezzetto. Invece le maledette, dopo avermi sfottuto con quelle risate isteriche e malevole, mi hanno chiuso in una gabbia stretta e piena di chiodi, e hanno cominciato ad ingozzarsi di fronte a me. La crema colava da quei tunnel che chiamano bocche mentre ridevano e mi guardavano e si ingozzavano senza ritegno. Ma finirà tutto sul culo, ricordatevelo quando non vi entreranno i pantaloni e quando rimarrete incastrate nel water.
Fortunatamente, essendo io previdente e conoscendo il mio pollo, sapevo come sarebbe andata a finire e avevo prontamente iniettato un litro di Guttalax nei bignè. Ricordate: mai prendere in giro Buzzi. E ora andate a cagare nel vero senso della parola. Ah ah.

lunedì 18 novembre 2013

Fumare fa male

Stavo pacificamente deridendo quelli che non hanno capito che il post di ieri era una parodia del Padrino quando mi squilla il telefono.
"Sono Nichi Svendola."
"Ah salve presidente."
"I miei amici mi hanno fatto vedere il video ahahahah non riuscivo a smettere di ridere ahahahah ho riso un quarto d'ora ahahahahah."
"Nichi che cazzo ridi sono morti due uomini!"
"Avevano la faccia da provocatori N'zinu e Ghiatoru, si vedeva proprio che erano provocatori. L'espulsione repentina del gas li ha travolti ahahahahah."
"Presidente se questa telefonata viene intercettata siamo tutti nei guai."
"Diremo che sono morti perché fumavano troppo, come la gente di Taranto ahahahah."
"Giusto da Fazio potete ancora dire queste cose, la gente non ci crede più, se andiamo avanti così vengono a prenderci con i forconi."
"Buzzi stai tranquilla. Tu sei una realtà produttiva a Brindisi e il presidente non si è defilato."
"No ma ci mancherebbe, nessuno ha mai pensato questo."
"Il presidente non si è dimenticato e non si tira indietro. E sai chi è il tuo maggior alleato? Quelli della FIOM. Ahahahahah."
"Ammazza che merdaccia che sei Nichi, fai più schifo di me. Poi t'incazzi se ti ribattezzano il partito Sodomia Encefalogrammapiatto Luridità."
"Troppo hai da impara' ancora Buzzi....."
Click.


Audio originale della telefonata.



domenica 17 novembre 2013

The Buzzfather

....tiro di colpo il freno a mano e con un balzo felino scendo dall'auto. Entro dal finestrino del passeggero del delinquente e gli intimo di partire e non fiatare. Dopo qualche chilometro gli dico di fermarsi in un parcheggio appartato.
"IDIOTA! Ti avevo detto che io non dovevo essere presente sulla scena del delitto!"
"Compa' m'ha scusari, tieni rascioni, hagghiu pisciatu di fori, ma osci tegnu li cazzi pi la capu.... Hagghiu sbagliatu e m'ha scusari taveru, so proprio nu pizzarroni!"
"Basta frignare! Fatela fuori, ma lontano da me! Sarei la prima sospettata, devo avere un alibi inattaccabile! Cosa vi pago a fare?!? Volete vedermi in galera??"
"Abbiamo già perso tre uomini. Cocu Pistone è stato investito nel parcheggio dell'ipercoop mentre l'indegna faceva manovra...."
"Incapaci! Nel parcheggio dell'ipercoop, con tutto lo spazio che c'è! Non poteva spostarsi??"
"Parlate facile voi... Prenderebbe un ghepardo in corsa mentre parcheggia la Smart nella savana quella lì...."
"E gli altri due idioti?"
"N'zinu Rivoltella e Ghiatoru Lanciamissili sono stati annientati dal gas materno in un'imboscata alle spalle. Siamo a corto di uomini..."
"Maledizione! Tom, puoi aiutarmi tu? Per la nostra vecchia amicizia?"
"Non posso fare niente."
"Ti farò un'offerta che non potrai rifiutare!"
"Padrina, io non so più cosa fare. Cosa devo fare???"
Con un balzo felino gli dò uno schiaffo sulla faccia: "Devi fare l'uomo, devi fare! Ah, che cosa devo fare?" inizio a sfotterlo, "che devo fare???....... Schifo fai! Che sei diventato ora, un finocchio!? Che piangi come una femmina?!"
Il picciotto continuava a singhiozzare contrito.
"Va' ora, ragazzo mio! 'A pistola lasciala.... Pigliami i cannoli."





sabato 16 novembre 2013

Ero una Station Wagon...

Stavo pacificamente in giardino ad incendiare le formiche con la lente d'ingrandimento, quando sento una serie di forti botte che provenivano dalla strada. So che molti di voi malpensanti staranno immaginando la vergognosa scena dell'indegna madre che non ha saputo trattenersi e arrivare in casa, espletando le sue funzioni gassose sulla strada. E invece dovrò deludervi. L'indegna era intenta a parcheggiare la povera Smart dando ritmicamente un colpo alla macchina parcheggiata davanti e un colpo a quella parcheggiata dietro, come di consueto. I paraurti hanno già da tempo consegnato le loro dimissioni in quanto l'orario e l'intensità del lavoro erano decisamente troppo pesanti per un qualsiasi paraurti. Ora sono felicemente impiegati nel business delle autoscontro, lavoro che, a loro dire, è sicuramente più leggero. Dovete sapere anche che quando nonno comprò la macchina, portò a casa una station wagon. Dopo due settimane di utilizzo da parte dell'indegna era diventata una Smart.
Ad ogni modo, a Brindisi vanno di moda, da un po' di tempo a questa parte, le rotatorie. In tutto il mondo le rotatorie funzionano che chi si immette deve dare la precedenza a chi già si è immesso. Come del resto gli stop: bisogna fermarsi e aspettare che non passi nessuno per immettersi. L'indegna, che ha elaborato nella sua mente disturbata un codice della strada alternativo di cui solo lei conosce le regole, che peraltro sono variabili nel tempo come l'intensità del disturbo materno, pensa che alle rotatorie, qualsiasi cosa succeda, lei abbia diritto di immettersi e che lo stop sia una decorazione artistica del manto stradale. Tutto ciò comporta notevoli conseguenze per la reputazione del nonno che, ogni volta che porta il povero mezzo dal meccanico o dal carrozziere, deve inventare scene improbabili per giustificare la frequenza dei guasti.
Un giorno passavamo nel quartiere più malfamato di Brindisi. Ad uno stop la psicopatica passa senza guardare e quello che veniva dalla strada principale le dice: "Pillusangu di kitemmorta, ce tieni pressa cu ti la va pigghi n'tra lu straculu?!"
La vecchia rimbambita invece di tacere e tirare dritto o chiedere sommessamente scusa, si gira e impreca gesticolando: "Ue' sorta di cuggghioni!" Questo giustamente, come avrei fatto anch'io, comincia ad inseguirci con una pistola. Il mio primo pensiero è: "Speriamo che non la prenda all'intestino se no siamo tutti morti." A tutta velocità sulla Smart col cambio automatico, l'indegna pensa bene di fare esattamente quello che fa ogni volta che non sa che fare: chiama la madre di Pupetto (mio fratello quello nero e brutto come la morte).
"Senti amica mi', se per esempio uno con la pistola mi insegue che dovrei fare?"
"Amica mi' che ne so, dovrei vederlo! Hai testato le doti caratteriali?"
"Sì, a me mi sembra aggressivo."
"Bene, la tempra? Mettilo sotto stress e vedi se tira fuori l'aggressività."
"Fatto."
"Brava amica mi', le tue capacità di lettura stanno migliorando. Ora dovresti inizialmente cambiare la gestione, poi a seconda se è un'aggressività genetica o appresa vediamo."
"Quanto tempo ci vorrà?"
"Un paio di mesi."
In quel momento la Smart va in riserva e in quel momento realizzo che non abbiamo un paio di mesi, allora decido di prendere in mano la situazione....

(Continua...)

giovedì 14 novembre 2013

Non si dorme!

Stavo pacificamente dormendo acciambellata nella mia cesta quando sono stata svegliata di soprassalto da una mandria di elefanti imbizzarriti. Quando riprendo coscienza dall'infausto risveglio mi rendo conto che era solo l'indegna che rientrava dal cinema e scendeva le scale. Torno a sonnecchiare, ma il mio sonno viene nuovamente disturbato, stavolta da uno sgradevole stimolo olfattivo che fuoriesce, come ogni giorno ahimè, dalla fessura della porta del cesso: la madre è sul trono. Mi rassegno a dover dormire sul pavimento, vado in cucina e mi appisolo, lontana da olezzi molesti. Ancora una volta mi sveglio. Il motogp a casa mia?!? Ah no. La vecchia dorme. Lei. Tutto il quartiere si risveglia maledicendo la motobarca, non sapendo, poveri ingenui, che non è la motobarca.
Ormai perduta ogni speranza di dormire vado al pc e becco in Skype il mio vecchio amico George W.
"Ehi Giorg Dabliu, tutto bene? Ancora a far la guerra all'Afghanistan?"
"Ciao splendore. No, io ho smesso, non ho più l'età, ci abbiamo messo Obama a giocare a Risiko con gli arabi. Ah ah. E tu? Ancora sei nel business delle armi chimiche?"
Così procedeva la conversazione quando, da vecchi amici, abbiamo cominciato simpaticamente a prenderci per il culo e io ho detto: "Giorg Dabliù, ho un'arma di distruzione di massa che quella dei tuoi amici iracheni gli fa una pippa. Ah ah."
"Sei sempre stata una giovane talentuosa in questo campo. Di che si tratta?"
"Senti qua: arsenale materno posteriore sublombare. Roba da genocidio."
"C'ho un amico che potrebbe averne bisogno."
Fatto sta che il giorno dopo mi chiama un certo Osama. Vorrebbe comprare mia madre per usarla come arma di distruzione di massa. Mi ha offerto tre cammelli e io ho detto che dei cammelli non me ne faccio niente e che voglio tre maiali. Quello si è incazzato perché i maiali non li può toccare. Allora io ho detto: "Abudullà madù rugà maial chefà", che in arabo vuol dire "Ma che vita di merda fai senza maiali." E quello ha detto che io sono d'accordo con Obama e che manderà un kamikaze a casa mia e che l'ira del profeta si abbatterà su di me per nove generazioni e che il padrone americano mi seguirà all'inferno. E riattacca.
Boh. Io non c'ho capito niente. Volevo solo un panino con la porchetta.

martedì 12 novembre 2013

La casetta di legno - parte 2

Per farvi capire appieno la vicenda, devo dirvi che erano settimane che la vecchia ricattava con mezzi meschini il povero nonno perché le trovasse una casetta di legno per i suoi loschi propositi (uno non ve lo posso dire se no mi ammazza; l'altro è chiudermici dentro finché muoio di stenti. Se volete in privato vi dico il primo, ma tenete la boccaccia chiusa). Insomma, erano settimane che ero sottoposta a litigi familiari e ricatti di ogni sorta. Dev'essere per questo che, in seguito allo spiacevole incidente dello sgorbio, mi è venuta l'idea del sito farlocco. Pensate che l'indegna aveva già fatto preparare la base di cemento. Ah ah. Comunque, per evitare intrecci materni e per tirarmi fuori dai guai in cui quello stupido pesce mi aveva cacciato, ho scritto sul sito che le casette venivano dall'Austria e che la sede era a Verona. Chi poteva mai immaginare che la vecchia tirchia mandasse soldi a scatola chiusa a un sito qualsiasi? Ebbene sì, signori miei, la caparra destinata al Betta e alla porchetta era dell'indegna madre! Mentre penso ad una soluzione, rimpiazzo lo sgorbio e investo i restanti 687 euro in porchetta e munizioni. Come è sua natura, dopo qualche giorno la maledetta comincia a sfrangiare i maroni al call center: "E la casetta non è ancora arrivata. E io rivoglio i soldi indietro. E siete dei delinquenti. E voglio parlare col direttore. E mi puzzano i piedi", e via dicendo. Camuffando la voce come se fossi una addetta al call center dico che il direttore è in Francia e che non può rispondere. La maledetta telefona di nuovo minacciando querele e calzini sporchi, allora ho dovuto coinvolgere mio fratello Pupetto (quello nero e brutto come il peccato) chiedendogli di fingere di essere il direttore. Chiama la vecchia, "Oui, je suis monsier Poupéttaux, la mademoiselle du call center m'ha dett che vous ci minaccions, ma comme se permett, je la denunció." Insomma quel coglione di Pupetto si è fatto sgamare che non era veramente il direttore e la vecchiaccia è andata dall'avvocato.
In conclusione, dopo la condanna definitiva per evasione fiscale e altri 31 processi a carico che ho debellato in vari modi, ho preso pure una querela dalla madre indegna. Poi si chiede perché la chiamo indegna.
Meno male che sono un cane e con i tempi della giustizia italiana, quando il processo sarà finito io sarò già in paradiso da un pezzo a godermi la scena dall'alto. Ah ah.

lunedì 11 novembre 2013

La casetta di legno

Stamattina ho svuotato il mio salvadanaio di Peppa Pig per andare al negozio di animali e rimpiazzare lo sgorbio della madre indegna. Con mio sommo stupore avevo solo 3.50 euro. Maledizione, ho speso tutto per quegli stupidi F35 per bombardare la casa materna. Mi scervello sul da farsi finché mi viene una grande idea: comprerò un pesce rosso e gli attaccherò delle pinne di carta velina con le grappette. Piano perfetto.
Mi avvio con i miei 3.50 euro quando accade l'irreparabile: il furgoncino della porchetta. Il cartello gigante sul fianco dell'ammirevole mezzo decanta "Panino con porchetta 3.50". Non ci penso due volte, mi precipito e investo i miei ultimi risparmi nel modo migliore che potessi immaginare. Mi gusto la mia porzioncina di maiale arrostito con la soddisfazione di Berlusconi quando dice che toglierà l'imu e tutti gli credono. Con la pancia piena e in preda all'orgasmo suino torno sognante verso casa dimenticando la mia missione.  Ma quando entro vedo la vasca vuota.... "Merda! Sarà qui a momenti! Devo escogitare qualcosa!" Cogita che ti ricogita, l'idea! Balzo al computer e creo un sito farlocco di vendita di casette di legno da giardino. Il primo pollo che abboca mi manderà una caparra, io potrò ricomprare lo sgorbio e rimpiazzare la misera cena di ieri e il salvadanaio di Peppa tornerà ad avere un senso. Geniale.
Detto fatto, mentre aspetto il pollo che abbocca, mi addormento pacificamente nella mia cesta. Più tardi vado a controllare e..... HA FUNZIONATO! Un tonto da Brindisi ha rimpinguato il mio conto per una casetta che non arriverà mai! Mi sbellico dalle risate rotolandomi in terra con i lacrimoni, chiedendomi chi mai sarà stato così pollo da abboccare! Vado a vedere l'estratto conto e il mittente è..... OH MERDA!

(Continua.....)

domenica 10 novembre 2013

Betta Splendens

Premetto che a mia madre, come tutte le donne vicine alla menopausa, è venuta la fissa per i pesci. Dopo aver triturato i genitali a tutti gli acquarai del Salento ha allestito un acquario e ci ha messo dentro uno sgorbio tutto pinne.
Fatto sta che stasera il capellone dal maglione brutto, ma così brutto che un giorno ho dovuto strapparglielo perché non lo mettesse più, era impegnato col suo cacofonico strumento a svolgere l'occupazione principale della degna compagna: triturare i genitali a qualche cliente ignaro di qualche sfortunato pub. Tuttavia queste serate, tragedia per l'apparato uditivo di qualcuno, sono allo stesso tempo la mia fortuna. Me ne rimango sola in casa, pacifica a pianificare la conquista dell'universo. Non posso fare a meno di notare, ad un certo punto, che lo sgorbio dal vetro mi fissa. Di primo istinto vado lì per menarlo. Poi, avvicinandomi, vengo presa da un certo moto di tenerezza e mi dico "Tutto il giorno nell'acqua, all'umido.... Avrà freddo poverino", e penso alla dolce madre che quando piove e mi bagno mi asciuga sadicamente e mi mette al calduccio. Non posso sottrarmi alla mia generosa personalità e dico allo sgorbio "Ora ti metto al calduccio". Quando lo prendo si dimena come un forsennato. Deve avere proprio freddo, penso. Allora lo metto nel microonde. Dopo 30 secondi lo tiro fuori per rimetterlo al suo posto e mi accorgo che il Betta Splendens...... Splendevans. Inizio a tremare di paura all'idea di cosa potrebbe farmi la tiranna al suo rientro. Non devo lasciare tracce. Prendo olio, sale, un po' di prezzemolo e in un sol boccone faccio sparire il Betta Slendevans. Torno nella mia cesta e mi raggomitolo come se niente fosse accaduto. Domani penserò al da farsi. Nel frattempo, acqua in bocca.

sabato 9 novembre 2013

La galleria del vento

Quando il buon Creatore assemblò mia madre commise un errore di fabbricazione per quanto riguarda le prese d'aria di cui ora io, unica sua coinquilina superstite, pago aspramente le conseguenze. Fortunatamente è un difetto unilaterale che riguarda il bocchettone posteriore, nessun problema invece con le prese d'aria anteriori, di cui invece la sua cara amica F.F. è cintura nera di quarto dan, ricordandocelo ad ogni pasto al posto della preghiera.
Ma torniamo a mia madre. Questa umiliante parentesi purtroppo è doverosa per rendervi appieno partecipi delle mie prossime (dis)avventure. Il difetto di fabbrica consiste nel fatto che l'innominabile non è dotata di nessun filtro sonoro né olfattivo nel momento in cui dà il via libera ai gas che naturalmente si accumulano nell'intestino. L'infame, consapevole di ciò, ha adagiato la  mia cesta per dormire (sprovvista di qualsiasi biancheria) adiacente alla porta del bagno. Quando ancora non avevo capito il meccanismo fisiologico materno, ogni volta avevo la tachicardia perché temevo un terremoto o uno tsunami. Le pareti vicino la mia cesta tremavano, i soffitti si crepavano, l'intonaco si polverizzava. La scusa ufficiale dell'indegna è l'umidità e il povero nonno di tanto in tanto deve metter mano alla muratura interna convinto ancora che ci siano infiltrazioni da qualche parte. Senza parlare poi del momento catartico in cui la porta del bagno si riapriva. Una ventata potente come la galleria del vento della Ferrari mi spiaccicava alla parete, lasciandomi con le quattro zampe ad asso di spade ad inalare forzatamente, senza potermi sottrarre per l'incredibile forza d'urto, i terribili effluvi. Poco dopo svenivo e mi ritrovavo in coma nella mia cesta.
Quando ho capito che tutto ciò avveniva ogni volta che la maledetta si chiudeva in bagno ho capito. Da allora, in quei tragici frangenti, cerco di eclissarmi sperando ogni volta di non essere notata ed essere messa nella cuccia. Pensate davvero che la cesta posta all'uscita del bagno sia una pura casualità? Pensate ancora che i miei timori di essere uccisa siano soltanto fantasia?

venerdì 8 novembre 2013

Che puzza!

Un giorno ero a casa di mio fratello Pupetto (quello nero e brutto, un giorno ve ne parlerò) e sonnecchiavo tranquillamente fidandomi ancora incoscientemente del genere umano. Non ero nemmeno adolescente ancora, vivevo la mia beata infanzia tra un tentato omicidio e un'accurata scelta delle armi per la controffensiva. Dicevo, sonnecchiavo pacificamente quando sento la strega dire "Portiamo Buzzi in toelettatura". Drizzo subito le orecchie perché pur non sapendo ancora cos'era una toelettatura, sapevo che sarebbe stato qualcosa di losco e pericoloso. Nenni, il coinquilino gay di mio fratello, è subito scattato in piedi "Vengo io in toelettatura! Vengo io in toelettatura!" A quel punto ho definitivamente capito che ero spacciata. Ho tentato la fuga per tutto il giardino ma da una parte c'era Deedee, un cane enorme e cattivo che vive sempre a casa di mio fratello e che un giorno mi ha tirato una parabola di Sky in testa, dall'altra le due streghe in tenuta da guerra, dall'altra il maledetto furgoncino che doveva portarmi al patibolo. Ero davvero spacciata. Ho detto addio a mio fratello e mi sono diretta coraggiosamente incontro all'infame destino.
Arriviamo in toelettatura, un posto puzzolente e umido, in cui i cani entravano normali e uscivano conciati in modo ridicolo e con uno strano olezzo di vaniglia, cocco e non so che altro schifo che rendeva l'aria irrespirabile. Entriamo e inquadro subito la responsabile di tutto ciò. Molto cordiale con le streghe, quindi sicuramente mia nemica. Mi mette in un contenitore bagnato e comincia a imbrattarmi con una schiuma bianca e nauseante, mentre la madre indegna invece di correre in mio soccorso scattava foto ricordo della mia disfatta e si complimentava con la mia carnefice. Dopo poco per fortuna una secchiata d'acqua mi toglie di dosso la schiuma maleodorante e mi mettono su un tavolo. Mi puntano contro un bazooka. Mi è passata la vita davanti. Ricordavo i giorni felici nell'utero materno in cui sognavo un mondo giusto in cui avrei potuto cibarmi di porchetta a volontà, e invece ero lì con un bazooka puntato. Lo accendono, ma stranamente non muoio. Sentivo solo un soffio di aria calda addosso che pian piano mi asciugava, mentre la strega numero 3 mi girava attorno con strumenti infernali come tagliaunghie, forbici e spazzole.
Quando pensavo che la tortura fosse finita....."Cocco o vaniglia?" E la maledetta, per infierire ancor più sulla mia dignità ormai perduta, esclama felice: "Vaniglia!"
Sono uscita da quella sala delle torture con lo sguardo basso, puzzolente come mai ero stata in vita mia, vergognandomi per aver permesso che mi facessero tutto ciò. È stato quel giorno che ho deciso che la categoria intera dei toelettatori me la pagherà.

giovedì 7 novembre 2013

Du iu spik italian?

Come vi accennavo nella mia breve presentazione, l'enorme cruccio della mia vita è la mia madre adottiva. Ancora non comprendo le ragioni per cui mi ha adottato, considerando che la sua giornata è programmata sui tentativi di farmi fuori in modo cruento. Ma di questo vi parlerò più avanti.
Una delle difficoltà più grandi che ho incontrato all'inizio della convivenza, oltre a dovermi continuamente difendere dai reiterati tentati omicidi, è stato il linguaggio. Essendo io di origine belga e residente in Italia, nasco bilingue e apprendo nel corso del tempo anche un impeccabile inglese e tedesco. Capite bene che ritrovarmi catapultata in una reltà in cui le quattro lingue che parlo correntemente non erano sufficienti a comunicare si è rivelato molto frustrante. Tuttavia, visto il mio enorme interesse per i disturbi del linguaggio, mi sono impegnata fin da subito a cercare di capire il modus comunicandi (so anche il latino) dell'indegna.  Per mesi ho preso appunti finché sono riuscita a mettere insieme un compendio del linguaggio materno. Ecco i punti salienti:

- la lettera Z è un'opinione. Nessuna differenza tra zucchero e zaino.
- la vocale E è sempre aperta.
- la vocale O pure.
- il verbo sgattaiolare viene sostituito dal neologismo sgaiattolare.
- trabocchetto diventa tracobbeto.
- invertire maschile femminile senza criterio. Ad es. "la dispensa" diventa "il dispenso", "la gita" diventa "il gito".
- quando si impara una nuova parola bisogna usarla sempre, anche a sproposito. Se qualcuno te lo fa notare, bisogna incazzarsi.
- le citazioni letterarie vengono attribuite in maniera casuale ad improbabili autori. Se qualcuno te lo fa notare, bisogna incazzarsi. Se su google scopri che avevi torto, fai finta di niente e fingi di avere un impegno impellente. Se si è al telefono, inventarsi un avviso di chiamata e sperare (nel mio caso invano) che l'altro dimentichi la gaffe.
- è preferibile l'utilizzo del gerundio al posto del presente indicativo. Ad es. "Ciao, ti saluto" diventa "Ciao, sto chiudendo".

Come tutti i compendi linguistici, la mia ricerca è in continua evoluzione. Vi terrò aggiornati sulle nuove scoperte.
Capitolo a parte sarà costituito dal tentativo della madre di apprendere una lingua straniera.



mercoledì 6 novembre 2013

Mi presento

Prima di entrare nel vivo delle mie avventure, è giusto dedicare qualche riga a raccontarvi chi sono. Mi chiamo Buzzi perché da piccola ero grassa. Prendevo più latte di tutti i miei fratelli perché li menavo fin dai primi giorni di vita se osavano fottermi la mammella. Vivevo come un pascià, con la pancia degna di un Buddha, fino al giorno in cui...... arrivò LEI. All'inizio mi sentivo fortunata perché oltre a portare via me, portava via un sacco da 20 kg di crocchette solo per me, che non avrei dovuto dividere con quegli altri sfigati puzzolenti dei miei fratelli. Durante il viaggio mi resi conto della fregatura. Parlava una lingua che non conoscevo con un capellone, pure lui straniero. Io piangevo e nessuno mi cagava. Avevo fame e nessuno mi cagava. La prima frase che intercettai da LEI fu: "Ora ci penso io a rimetterti in forma!", seguita da una risata splettrale. Lì iniziò la mia tragedia e la mia lotta giornaliera contro la madre indegna, i cui reiterati tentativi di farmi fuori sono finora sempre falliti. Tuttavia, è bene tener ritte le orecchie (organo che io ho appositamente ipersviluppato a tale scopo): non sono ancora fuori pericolo.....
Cari amici,
in seguito alle vostre numerose e pressanti richieste, la mia estrema generosità nei confronti del genere umano non mi ha consentito di deludere le vostre aspettative. Quindi eccomi qui, nel mondo dei blogger!
Grazie per l'affetto che mi avete dimostrato in questi mesi su Facebook. Era mio dovere accontentarvi!